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Aggiornamento: 25 gen 2022


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Cos’è la cellulite?

La cellulite, anche nota come lipodistrofia ginoide o panniculopatia edemato fibro clerotica (PEFS), non è una malattia bensì un inestetismo basato sulla disfunzionalità dell'adipe sottocutanea, che tende ad accumulare tessuto fibroso, cambiando di composizione e di forma.

Ergo: la cellulite è una condizione fisiologica, con unica eccezione dei rari casi nei quali (in forma grave) rappresenta invece una complicazione di altre malattie primarie.

Nota: la cellulite non è la resistenza idrica. Quest'ultima può contribuire alla formazione e all'aggravamento della prima, e in un certo senso può risultare simile all'occhioinesperto, ma non si tratta della medesima condizione.

L'eziologia della cellulite è endocrina e metabolica.

Colpendo soprattutto le femmine fertili, è chiaro fin da subito che il sesso e gli ormoni ad esso correlati (gli estrogeni) abbiano un'importanza a dir poco essenziale sulla formazione della cellulite – oltre a promuovere una distribuzione adiposa ginoide.

Per onore del vero, bisogna anche sottolineare l'importanza della genetica, ed in particolare la tendenza alla ritenzione idrica (anch'essa multifattoriale, ma che coinvolge soprattutto la circolazione) e la micro-struttura dell'iPod Emila nei suoi vari setti (celle che ospitano gli adipociti).

Di seguito prendiamo in considerazione tutti i fattori che "possono essere gestiti", cioè che agiscono sul dimagrimento, sul drenaggio dei liquidi e sulla rimozione delle tossine dal tessuto adiposo, prevenendo e migliorando la cellulite nelle sue fasi precoci.


Come si forma la cellulite?

La cellulite si palesa come una deformazione strutturale del tessuto adiposo, visibile attraverso la pelle, che appare a "buccia d'arancia" o a "materasso".

Il problema è sostanzialmente a carico dei setti del tessuto che, se "stipati eccessivamente" a causa del rigonfiamento degli adipociti, si deformano in maniera più o meno importante.

Parliamo quindi di uno stress meccanico tanto rilevante quanto risulta "inadeguata" la conformazione dei setti stessi rispetto all'espansione adipocitaria.

Queste cellule poi, complici anche eventuali problemi di circolazione capillare e di ritorno venoso, vanno incontro a problemi anche significativi nello scambio nutritivo e nell'ossigenazione, morendo e rompendosi.

Il riversamento del loro contenuto genera potere osmotico e, assieme ai cataboliti già accumulatisi per il ridotto circolo, trattiene acqua negli interstizi peggiorando ulteriormente la ritenzione idrica.

Ecco perché il meccanismo della cellulite è considerato ingravescente, distinguendo 4 stadi di intensità (zero, primo, secondo e terzo).

C'è anche da dire che, se da un lato risultano ben noti i meccanismi di formazione della cellulite, dall'altro è comunque difficile capire il motivo di una così ampia variabilità nella sua manifestazione; soprattutto per questo, la cellulite è considerato uno degli inestetismi più "difficili" da trattare.


Potenziali rimedi per la cellulite

Parlando di interventi sullo stile di vita, che sono senza dubbio i più efficaci – o che comunque dovrebbero essere i primi ad essere applicati – vanno presi in considerazione i fattori di rischio e le variabili modificabili. Non ha invece senso soffermarsi sul sesso, sui flussi ormonali e sulla genetica, invece tendenzialmente immutabili.

Gli interventi riguarderanno l'attività fisica auspicabile e la dieta – importante sia per il suo effetto diretto che indiretto sulla cellulite. Anche certe abitudini scorrette della quotidianità hanno un peso non trascurabile sulla comparsa di cellulite, il che imporrebbe di rimediarvi (ad esempio, smettere di fumare).

Sono da considerare integrativi i trattamenti estetici di varia natura, come i massaggi (ad esempio drenanti) e le applicazioni strumentali (ad esempio crioterapia).

Alcuni prodotti erboristici possono favorire, in qualche modo, la circolazione sanguigna e promuovere la diuresi; non è però detto che ciò possa avere un effetto benefico evidente sulla cellulite.

La liposuzione riduce la quantità di grasso nel tessuto adiposo, ma il suo impatto sulla cellulite non è positivo.


Sport e Attività Fisica

Sport e attività fisica per la bellezza: consigli di allenamento contro la cellulite

Riassumiamo ora, in poche parole, i consigli utili a prevenire e combattere la cellulite.

Come abbiamo detto, il meccanismo di formazione dell'inestetismo si basa su:

  • espansione eccessiva dei setti, a sua volta dovuta al rigonfiamento degli adipociti;

  • ristagno delle tossine e dei liquidi negli interstizi, dovuto a ritenzione idrica e a cattiva circolazione.

I meccanismi da ricercare nel trattamento, quindi, sono prevalentemente due:

  • Dimagrimento: instaurando un bilancio calorico negativo, grazie all'aumento dell'attività motoria (con attività aerobica ad alto volume) e al controllo della dieta;

  • Potenziamento della circolazione: non solo incrementando l'esercizio fisico generale, ma adottando protocolli di potenziamento muscolare (tramite Allenamenti con Pesi o Corpo Libero).

Si tratta di una logica piuttosto semplice e condivisibile, ma non tutti concordano sui mezzi o sul carico di allenamento riferito ai singoli protocolli.

Tale disaccordo sarebbe dovuto all'estrema variabilità delle casistiche estetiche e delle reazioni soggettive.


Criticità: magrezza e cellulite possono coesistere?

La criticità più importante che riguarda il trattamento della cellulite è il rapporto con la quantità di massa grassa corporea.

Molte ragazze "dalle forme più morbide" sembrano prive dell'inestetismo mentre altrettante magre ne sono colpite. Perché?

Per rispondere, bisognerebbe anzitutto fare un'analisi più accurata e considerare anche i "dettagli".

È concettualmente sbagliato mettere a confronto soggetti diversi; l'impatto di dieta ed allenamento andrebbe analizzato sulla singola persona.

Chi ha un eccesso adiposo e dimagrisce, quasi sempre, trova un vantaggio anche sulla cellulite.

Qualora ciò non accadesse, diverrebbe necessario valutare se il dimagrimento abbia interessato o meno i distretti colpiti dall'inestetismo.

Sappiamo infatti che la cellulite si localizza soprattutto nei distretti prediletti dalla conformazione ginoide, che guarda caso sono gli ultimi a venire intaccati dal dimagrimento.

Non è raro che, pur vedendo la lancetta della bilancia scendere, si noti una pressoché totale immutevolezza delle misure (pliche e circonferenze) di cosce e giro fianchi.

Ciò significa che il dimagrimento ha interessato zone differenti del corpo e richiede più tempo del previsto.

Un altro aspetto da considerare è la composizione corporea di partenza; non parliamo del peso, ma del rapporto tra massa magra e massa grassa. Infatti, chi è "sottile" ma con evidente cellulite, mostra il classico profilo dello "skinny fat", ovvero: peso normale, massa adiposa normale o leggermente più elevata e massa muscolare carente.

Questa condizione, che è forse il punto di partenza più basso per ottenere dei risultati estetici, è solitamente il frutto di un'intera esistenza trascorsa seguendo diete ipocaloriche senza alcun tipo di allenamento di muscolazione.


Consigli di allenamento per la cellulite: quale allenamento per la bellezza di gambe e glutei?

L'allenamento migliore è senza dubbio quello misto.

Non dovrebbero mancare né attività aerobica ad alto volume e bassa intensità, né potenziamento muscolare e metabolico a volumi bassi o medi e alta intensità.

Le percentuali di lavoro dipendono dalla condizione soggettiva:

Nota: non tutti concordano su "quanta attività aerobica praticare". Essendo la cellulite basata su uno stato infiammatorio dell'adipe, per alcuni, eccedendo con l'attività di lunga durata si correrebbe il rischio di enfatizzare questa flogosi. Sono tuttavia ben poche le persone che possono dire di aver trovato un miglioramento della cellulite solo riducendo l'attività motoria.


Il ruolo della dieta

Va però detto che, per dimagrire, il solo sport non è sufficiente. È indispensabile instaurare un bilancio calorico negativo per mezzo di una dieta ipocalorica appositamente progettata (-10 fino a -30% dell'energia normale). In tal senso, potrà essere di aiuto l'intervento di un dietista.

È però importante sottolineare che le diete non sono tutte uguali. Questo perché il fabbisogno calorico è estremamente soggettivo e dipende, oltre che dal metabolismo basale, anche dal livello di attività motoria generale.

Inoltre, con o senza sport, il taglio calorico non può essere protratto all'infinito. È sempre bene applicarlo meno possibile, per non stressare eccessivamente l'organismo.



Prof. Enrico Olivieri

  • 👉Personal Trainer

  • 👉Preparatore Atletico

  • 👉 Chinesiologo

  • 👉Fitness Manager

  • 👉Fitness Expert

  • 👉Fitness Presenter

  • 👉Ideatore STRIKEFIT.IT

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Aggiornamento: 3 mag 2024


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La massima potenza aerobica è equivalente alla massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata nell'unità di tempo da un individuo, nel corso di un'attività fisica coinvolgente grandi gruppi muscolari, di intensità progressivamente crescente e protratta fino all'esaurimento. Viene in genere espressa come Vo2Max : il massimo volume di ossigeno consumato per minuto.

" Il massimo consumo di ossigeno è una misura globale ed integrata della massima intensità di esercizio che un soggetto puo' tollerare per periodi di tempo abbastanza lunghi" (Cerretelli e Prampero, 1987). In senso stretto il Vo2Max può essere sostenuto al massimo per una decina di minuti (Di Prampero). Tuttavia, poichè il tempo di esaurimento è funzione della frazione di VO2Max effettivamente utilizzata, soggetti dotati di un alto valore di Vo2Max sono in grado di sostenere, a parita' di tempo, esercizi di intensità più elevata, o, a pari intensità, esercizi di più lunga durata rispetto a soggetti caratterizzati da Vo2Max inferiori ( Prampero ).

Dal punto di vista analitico il massimo consumo di ossigeno è espresso dalla seguente formula

Massimo consumo di ossigeno = Frequenza cardiaca x Gittata sistolica x differenza artero-venosa di ossigeno

VO2 max = FC x Gs x (Δa-v)

La frequenza cardiaca (FC) rappresenta il numero di battiti che il cuore compie in un minuto. Tale parametro viene solo marginalmente influenzato dall'allenamento.

La gittata sistolica (GS) esprime il volume di sangue (in ml) che esce dal ventricolo sinistro del cuore ad ogni contrazione (sistole). Tale valore aumenta soprattutto nel periodo iniziale dell'allenamento poi si stabilizza.

La differenza artero-venosa di ossigeno è il parametro più importante. Esso rappresenta la quantità di ossigeno che le cellule riescono ad estrarre dal circolo sanguigno durante il passaggio del sangue nei capillari. Tale parametro è fortemente influenzato sia dalla genetica che dall'allenamento e dipende essenzialmente da:

  • ventilazione polmonare

  • trasporto periferico di ossigeno da parte dei globuli rossi e dell'emoglobina in essi contenuta

  • densità del letto capillare a livello muscolare

  • composizione in fibre (bianche e rosse) del tessuto muscolare

  • numero, dimensione ed efficienza degli enzimi che catalizzano le reazioni energetiche

  • numero, dimensione ed efficienza dei mitocondri

IL VO2 max:

  • è un flusso

  • è esprimibile in litri O2/min (in questo caso è influenzato dal peso e dalla taglia corporea)

  • è esprimibile in rapporto al peso corporeo (mlO2/kg/min)

  • nelle femmine è inferiore rispetto ai maschi

  • Popolazione femminile media, da 20 a 29 anni: 35-43 ml/kg/min

  • Popolazione maschile media, da 20 a 29 anni: 44-51 ml/kg/min

  • Valore massimo registrato in una donna (sciatrice di fondo): 74

  • Valore massimo registrato in un uomo (sciatore di fondo): 94

Normale consumo di Ossigeno a riposo= 250 ml/min, In caso di ipotiroidismo tale valore si abbassa a 150 ml/min.

In caso di ipertiroidismo si alza invece fino a raggiungere i 400 ml/min

Il VO2 max è una caratteristica genetica Con l'allenamento il suo valore può essere incrementato dal 10% al 25%

Il VO2max può essere misurato direttamente mediante l'impiego di sofisticate e costose attrezzature, che richiedono personale altamente specializzato, oppure attraverso metodiche indirette, accessibili a tutti sulle macchine cardiofitness (generalmente si utilizzano cyclette o tapis roulant). Queste ultime metodiche sfruttano la correlazione tra il VO2max e la FCmax, ovvero la massima (max) frequenza cardiaca (FC). La correlazione oramai accettata è la seguente:

Correlazione tra VO2 e FC




Correlazione tra VO2 e FC

%VO2max

%FCmax

Substrato energetico principalmente utilizzato

Finalità dell'allenamento

35

50

  lipidi

  dimagrimento

48

60

  lipidi

  dimagrimento

60

70

  glucidi lipidi

  potenza aerobica

73

80

  glucidi

  massima potenza aerobica

86

90

  glucidi

potenza anaerobica lattacida

100

100




Massimo consumo di ossigeno e soglia anaerobica

In molti casi è preferibile misurare la Soglia anaerobica rispetto al VO2max.

Infatti negli atleti il VO2max sale all'inizio dell'allenamento poi non aumenta più. Quello che si modifica è la percentuale di VO2 max che può essere sostenuta a lungo. Inoltre la Soglia anaerobica in molte discipline di endurance si correla meglio con la prestazione, costituendo così un miglior indice di potenza aerobica.

Nei soggetti non allenati, se rapportata con il massimo consumo di ossigeno, la Soglia anaerobica coincide approssimativamente con il 55% del VO2max. In atleti di alto livello tale valore può invece raggiungere l'85% del massimo consumo di ossigeno.



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