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Aggiornamento: 2 ago


Come migliorare il VO2max nella Corsa

Nel mondo della corsa si fa un gran parlare del VO2 max. Sembra infatti che avere un alto VO2 max significhi essere un campione. In parte è vero, ma come vedremo per essere dei campioni non basta.


Cos'è il VO2 max

Il VO2 max, noto anche come “massima potenza aerobica”, è una misura della massima quantità di ossigeno che l'organismo può utilizzare durante un'attività fisica nell'unità di tempo. Dipende dalla quantità di sangue espulsa dal ventricolo sinistro (gettata cardiaca) e dalla quantità di ossigeno che le cellule riescono a estrarre durante il passaggio del sangue nei capillari.


Esistono due tipi di VO2 max: RELATIVO e ASSOLUTO.

Per noi runner è importante il primo, che misura i millilitri di ossigeno consumati in un minuto relativamente al peso corporeo (ml x kg x min). Esiste anche un massimo consumo di ossigeno assoluto, che però non tiene conto del peso corporeo e che quindi per noi runner è meno interessante.


Quanto è allenabile il VO2 max

Il valore del massimo consumo di ossigeno è per gran parte determinato geneticamente: "Il modo migliore per diventare un campione è scegliersi con cura i genitori". Infatti l'allenamento può migliorare i valori del VO2 max solo del 20% circa.

A questo si deve aggiungere che il VO2 max, sia negli uomini che nelle donne, aumenta fino ai 20 anni circa, dopodiché diminuisce con l’avanzare dell’età. A 60 anni il VO2 max è minore del 60% rispetto ai 20 anni e questo diminuisce la nostra capacità di correre forte.

La riduzione del VO2 max con l’età è causata dalla perdita di massa muscolare; nei runner, tuttavia, si è visto che tale diminuzione è minore di quella che si registra nei sedentari. Le donne, infine, hanno un VO2 max più basso rispetto agli uomini.


Il VO2 max serve per la maratona?

Per correre la maratona, più ancora di avere un valore elevato di VO2 max è importante essere in grado di usarne una percentuale la più elevata possibile per il maggior tempo possibile. La maratona viene infatti corsa fra il 70 e l’80% del VO2 max.

Nei runner l'aumento del VO2 max è dovuto al crescere della densità capillare nelle fibre muscolari di tipo 1 “lente” e dell'attività enzimatica mitocondriale. Il VO2 max diminuisce nei soggetti anemici perché diminuisce la concentrazione dell'emoglobina e quindi la capacità di trasporto dell'ossigeno ai capillari

Altro parametro che influenza il VO2 max è l'economia di corsa. A parità di valore di VO2 max, il runner che corre bene, senza disperdere energia, ottiene prestazioni migliori.


Con l'allenamento il massimo consumo di ossigeno migliora fino a un certo punto, poi si stabilizza e, nonostante si svolgano lavori mirati a svilupparlo, non aumenta più. Invece, se per un certo periodo non lo si allena, si abbassa. È quello che succede quando, dopo un periodo di pausa, si ricominciano a fare le prove ripetute e non si riesce a correre alla stessa velocità di prima.


Come sviluppare il VO2 max

Gli allenamenti specifici per lo sviluppo del VO2 max possono essere basati su ripetute brevi di distanza variabile tra i 100 e i 300 metri, da corrersi alla velocità del VO2 max o del test dei 1.500. In quest’ultimo caso si prende come riferimento la velocità al chilometro tenuta in una gara o in un test/gara sulla distanza dei 1.500 metri.

Sempre per migliorare il VO2 max si possono utilizzare anche prove di 400-500-600 metri prendendo però come riferimento la velocità tenuta in una gara di 3 km, così come allenamenti di ripetute di 800-1.000 metri basati sulla Velocità di Riferimento. In tutti i lavori di prove ripetute per lo sviluppo del VO2 max il recupero deve esser fatto correndo lentamente.


Anche le ripetute brevi in salita, su distanze dagli 80 ai 150 metri e con pendenze fra il 6 e l'8%, contribuiscono allo sviluppo del VO2 max. Il recupero tra ogni ripetuta in salita dovrà essere della stessa distanza della prova e dovrà essere fatto camminando. Guarda qui a destra alcuni esempi di questo genere di allenamenti.


Prof. Enrico Olivieri

  • 👉Personal Trainer

  • 👉Preparatore Atletico

  • 👉Chinesiologo

  • 👉Esperto di Biomeccanica e Fisiologia del Movimento

  • 👉Ideatore STRIKEFIT.IT

  • 👉Co-Ideatore RUNPIU.IT


 
 
 

Aggiornamento: 25 gen 2022


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Il VO2max o massimo consumo di ossigeno, è il parametro che rappresenta il volume massimo di ossigeno che una persona può consumare. Questa misura rappresenta il nostro livello di fitness cardiorespiratorio. Per il podista, così come per altri sportivi, il VO2max è un parametro importante, in quanto valuta un aspetto chiave di uno sport fondamentalmente aerobico come la corsa, ovvero la capacità del cuore di fornire ossigeno ai muscoli durante lo sforzo fisico. Come sempre, questo è solo UNO dei tanti parametri coinvolti nel determinare la condizione e la prestazione atletica, e soprattutto nel contesto della media o lunga distanza, altri fattori possono risultare anche più importanti, come per esempio l'economia o l'efficienza di corsa.

Grazie alla tecnologia dei cardiofrequenzimetri più evoluti, oggi possiamo rilevare automaticamente questo valore, con un'accuratezza pari al 95% rispetto alle misurazioni in laboratorio. L'algoritmo, durante le varie attività, analizza i dati di passo e frequenza cardiaca, combinandoli tra loro. Dopo qualche giorno di utilizzo, il numero che uscirà sul quadrante indicherà il vostro VO2max, con una buona approssimazione rispetto al valore reale rilevabile con il test massimale in laboratorio.

Molti dispositivi permettono di quantificare dei POTENZIALI tempi in gara, sulle varie distanze, in base al valore di VO2max rilevato.

Al miglioramento della forma, corrisponde normalmente un miglioramento del VO2max e delle corrispondenti previsioni di gara.

Ma cosa significa “miglioramento della forma”? In estrema sintesi, un abbassamento della frequenza cardiaca a parità di passo o... un aumento di passo a parità di frequenza cardiaca!

Ovviamente, è importante che i valori di quest’ultima impostati inizialmente siano corretti o almeno vicini a quelli reali, soprattutto per quanto riguarda la FCmax.

Se per esempio concludete una gara di 10 km a 4'00'' al km con bpm medi a 170, potreste ottenere valori di VO2max diversi a seconda del dato che avete impostato in FCmax: più differenza c'è con 170, più alto sarà il valore finale di VO2max, perché per l'orologio c'è ancora del “margine” per spingere!

Tenete ben presente che l’algoritmo non considera (per ora) il dislivello della seduta e le condizioni meteo e che è più “ricettivo” con allenamenti di corsa continua piuttosto che di ripetute. È normale, durante la stagione, assistere a una continua variazione del valore del VO2max.


Guarda in questo video come STEFANO BALDINI Campione Olimpico ci spiega come calcolare il VO2 Max


Prof. Enrico Olivieri

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Aggiornamento: 25 gen 2022


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Per valutare il grado di allenamento aerobico a cui è sottoposto un individuo durante la lezione di aerobica ci serviamo di un unico parametro: il battito cardiaco. La frequenza delle pulsazioni cardiache a riposo di un individuo varia dai 65 ai 75 battiti al minuto a seconda del sesso; solitamente la donna ha un valore più alto, con l'avanzare degli anni la frequenza cardiaca aumenta. Il parametro su cui misuriamo le nostre capacità aerobiche è dato dalle pulsazioni cardiache in un minuto: con questo dato noi siamo in grado di individuare la zona di allenamento aerobico su cui stiamo lavorando. Per rilevare quindi il battito cardiaco è necessario individuare le arterie che si ascoltano con più facilità, precisamente l'arteria carotidea e l'arteria radiale (quella del polso). Qui si appoggiano i polpastrelli del dito indice e medio esercitando una leggera pressione.

Trovata la pulsazione si contano i battiti cardiaci per 10 secondi, poi questo valore si moltiplica per 6 ottenendo così i battiti al minuto. Fin qui sembra tutto elementare, ma vi assicuro che non è così. Ho fatto questa premessa perché troppo spesso le persone fanno allenamenti stancanti, perché probabilmente credono di ottenere risultati migliori, ma per avere il fenomeno "dimagrimento" è sufficiente lavorare ad una frequenza cardiaca compresa tra il 65% e il 75%. I valori sono ricavati da una semplice formula che è stata applicata dal Dott. Kenneth Cooper.

Il punto di partenza è di 220 battiti per minuto (i famosi b.p.m.) che corrisponde alla soglia massima raggiungibile dalle pulsazioni cardiache di un soggetto sano; quindi viene sottratto a questo valore l'età del soggetto esaminato, ottenendo così la frequenza cardiaca massima (f.c.m.) del soggetto stesso.

Da questo valore ottenuto si calcola il 65% che starà ad indicare la soglia dei battiti cardiaci in cui un soggetto principiante deve iniziare il lavoro aerobico. Calcolando il 75% si otterrà la soglia limite del lavoro aerobico delineando così i margini di allenamento. Esempio: soggetto di 30 anni

220 - 30 = 190 (f.c.m. del soggetto) 60% di 190 = 114 b.p.m. (soglia di inizio) 80% di 190 = 152 b.p.m. (soglia limite)

Consiglio vivamente per soggetti allenati di non superare il 75% della propria frequenza cardiaca, per un principiante cominciare dal 60%, per poi aumentare gradualmente. Usate il cardiofrequenzimetro quindi... non vorrete far scoppiare il vostro cuore inutilmente.


Prof. Enrico Olivieri

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