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Nella cultura italiana, la colazione è tradizionalmente considerata un pasto molto importante.


Colazione e Sport

L'attenzione al primo pasto della giornata sembra maggiore da parte di chi pratica sport, mentre per tutti gli altri si osserva una certa modificazione del trend rispetto al passato.

Questa variabilità dipende da molti fattori, alcuni realmente giustificabili, altri conducibili semplicemente a una maggior cura per il benessere psico-fisico generale.


Fare colazione è quindi meglio che saltarla?

In passato qualunque professionista avrebbe risposto, con decisione, di "sì. Oggi invece, con un tono vagamente provocatorio, noi vi rispondiamo "dipende".

Prima di entrare nel merito, facciamo una breve sintesi sugli aspetti salienti del pasto di colazione.


Colazione

Abitudine tradizionale e attitudine moderna alla colazione

Tipicamente "dolce", la frazione energetica della colazione italiana corrisponde al 15% circa, mentre agli spuntini si attribuisce circa il 5%, al pranzo il 40% e alla cena il 35%.

Queste percentuali sono ovviamente indicative, ma si osserva un progressivo rimescolamento della suddivisione globale.

Esattamente come la colazione, anche gli altri pasti stanno lentamente evolvendosi. La cena sembra aumentare, il pranzo diminuire e gli spuntini tendono a moltiplicarsi.

Detto questo, in realtà, ad oggi la fetta di popolazione italiana che rispetta il rito della colazione è in costante diminuzione.

Tale "inversione di tendenza" è imputabile soprattutto a tre concause:

· l'accelerazione dei ritmi, l'addensamento degli impegni e la conseguente diminuzione del tempo libero;

· il cambiamento delle abitudini nutrizionali collettive, che mediamente vede aumentare l'attitudine all'eccesso calorico;

· la mutazione del livello di attività fisica globale, soprattutto di quella correlata alle attività quotidiane, lavorative e domestiche, invece tendenzialmente in riduzione.

Pochi fanno colazione come la tradizione nostrana vorrebbe, ma forse si tratta anche del normale adattamento ai ritmi moderni.

Questo fenomeno è meno accentuato nei paesi anglosassoni dove, "quantitativamente" parlando, la colazione (breakfast) ha un'importanza superiore al nostro pranzo (lunch), che equivale a poco più di uno spuntino, mentre la cena (dinner) si anticipa alle 19:00 circa e, rispetto a noi italiani, è leggermente più scarsa.

Ma allora, perché si sente ancora dire che "la colazione è il pasto più importante della giornata?"


Da cosa dipende l’importanza della colazione?

La colazione serve ad "avviare" la macchina-uomo (funzioni basali, cerebrali, muscolari ecc.) subito dopo il digiuno notturno, e a fronteggiare efficacemente e con immediatezza gli impegni energetici della quotidianità fino al pasto successivo.

Da almeno mezzo secolo a questa parte, per la maggior parte delle persone il bisogno calorico mattutino è effettivamente basso, il sonno notturno più breve e la cena più abbondante.

Capiamo fin da ora che il "bisogno" di fare colazione e la sua "entità" sono sempre "relativi"; incidono su tale necessità:


· Stato metabolico: dipende dalla distanza temporale e dalla composizione del pasto precedente, dalla qualità del sonno e dalla sua durata;

· Tendenza soggettiva al momento del risveglio e per tutta l'ora a seguire;

· Tempo a disposizione;

· Obbiettivo di sostenimento: dipende dalla distanza temporale e dalla composizione del pasto successivo, oltre che dall'eventuale presenza di uno spuntino secondario intermezzo;

· Necessità energetica imminente: è dovuta al metabolismo basale, all'attività cerebrale, a lavoro degli apparati – soprattutto muscolare – e ad un eventuale recupero port allenamento.


Sedentarietà VS Sport

Se non consideriamo per un attimo lo stato metabolico, la necessità energetica dipende in gran parte dal livello di impegno psico-fisico immediato.

Ma quale sarebbe, con concretezza, la richiesta calorica mattutina della popolazione?

Da almeno mezzo secolo a questa parte, per i più, il bisogno calorico è effettivamente basso; questo soprattutto perché ci si sposta con l'automobile o mezzi pubblici, perché il lavoro sta progressivamente digitalizzandosi, perché l'automatizzazione rimpiazza il lavoro muscolare ecc.

Fanno eccezione, rispetto ai suddetti, tutti coloro che salteranno in sella ad una bicicletta per almeno 15-20 minuti a tratta, o che cammineranno per almeno un'ora (non parliamo semplicemente di stare in piedi), o che svolgeranno un'attività lavorativa concretamente "pesante" (braccianti in assenza di automatizzazione, facchini ecc.).

Anche le richieste di chi partica sport sono certamente differenti (superiori) a quelle dei non-sportivi sedentari. Sia esse dovute a un eventuale allenamento, sia alimentate dal cosiddetto debito di ossigeno post-workout – che dipende dal carico di allenamento e dal tempo trascorso dall'ultima sessione.

Attenzione però, non stiamo dicendo che chi fa sport ha sempre una richiesta energetica superiore di chi non lo pratica, e nemmeno che facendo sport sia obbligatorio fare colazione. Tutto dipende dai "numeri reali", che sono le calorie introdotte, il tempo che trascorre e l''energia consumata.

Detto ciò, se il 15% delle calorie imputabili alla colazione non venisse ridistribuito correttamente, oppure se l'arco temporale di digiuno non fosse ben gestibile, potrebbero insorgere delle conseguenze negative.


Saltare la Colazione

Aspetti negativi del saltare la colazione

Saltare la colazione significa digiunare per un lasso di tempo collocabile tra l'ultimo pasto e quello successivo.

Questa situazione di "deficit" può pregiudicare il recupero di chi si allena regolarmente e non supportare un eventuale allenamento programmato nella prima metà della giornata.

Certo, per alcuni è un buon metodo di "taglio calorico", utile ad instaurare la cosiddetta dieta ipocalorica dimagrante. Per la precisione, tale sistema è impiegato nelle tecniche del "digiuno intermittente" – attenzione però, non è sufficiente saltare i pasti per adottare questa linea; la programmazione è tutt'altro che semplice e si richiedono periodi di astinenza dal cibo di parecchie ore (fino a 16) senza poi aumentare gli altri pasti.

C'è anche da dire che una gestione errata di questo metodo può portare all'effetto opposto. Una pausa troppo lunga tra la cena (o lo spuntino serale) e il pranzo successivo (o lo spuntino di mezza mattina), con relativo deficit energetico importante, determinerebbe una sensazione di "fame eccessiva" incrementando poi le possibilità di "abbuffarsi".


Poiché gli obbiettivi ricercati da chi si allena regolarmente – non solo nelle discipline propriamente dette, anche nel fitness ad alto livello e nel bodybuilding – sono l'aumento prestativo e/o il miglioramento della composizione corporea, la gestione dei pasti diventa un aspetto fondamentale.

Eppure, se analizzassimo le abitudini di quelli che potremmo definire veri e propri "esempi" o "modelli", riscontreremmo un'eterogeneità a dir poco disorientante. Perché?


Perché molti saltano la colazione ed hanno comunque dei risultati?

Partiamo dal presupposto che avere o meno dei risultati non significa avere "il massimo" dei risultati.

In secondo luogo, pur saltando la colazione ma distribuendo l'energia corrispondente in altri pasti, l'apporto nutrizionale rimarrebbe lo stesso.

Certo, per ragioni salutistiche non è mai consigliabile sovraccaricare l'apparato digerente; d'altro canto, il 15% della colazione può diventare comodamente un +5% per tre pasti, o un +5% e un +10% ecc.

Se parliamo di bodybuilding poi, dove nel periodo di definizione (cutting) non interessa più di tanto mantenere la capacità di sostenere alti carichi di allenamento, ma si ricerca primariamente di ridurre la massa grassa conservando quella magra, il digiuno intermittente "potrebbe" trovare un'applicazione efficacie.

D’altro canto, questo vale solo se la tecnica si presta molto alle abitudini del soggetto o, al contrario, se le stravolge del tutto. In pochi, anche professionisti del settore, comprendono questo paradosso.

In pratica, l'attitudine psicologica e comportamentale dei bodybuilder amatoriali o dei praticanti fitness potrebbe identificare due modelli "stereotipati":

Chi trova beneficio da un metodo che calza sulle proprie abitudini. Questi soggetti sono restii alle imposizioni e non amano i cambiamenti. In genere, sono persone ansiose, nervose o comunque stressate;

Chi invece giova del cambiamento, anche radicale se necessario. Si tratta di persone spesso annoiate o disorientate, bisognose di rinnovamento e che cercano una guida esterna alla quale cedere il peso della propria gestione.

Sempre parlando di chi cerca di dimagrire, la statistica dimostra che:

· per ragioni di vario genere, inserire la colazione nella dieta di chi la salta, o ridurla drasticamente nel regime di chi non può proprio farne a meno, porta sempre ad un miglioramento della condizione.


Colazione dello Sportivo

Cosa deve mangiare a colazione chi fa sport?

"Tutto ciò che non si mangia negli altri pasti della giornata!"

Può sembrare una battuta, ma non è così.

È vero che i flussi ormonali dell'organismo non sono uguali a tutte le ore e che il metabolismo è sensibile ai cosiddetti ritmi circadiani.

Se parliamo di omeostasi legata alla nutrizione, l'attenzione si rivolge a tutto ciò che riguarda il glucosio, l'insulina, i trasportatori di membrana cellulare della stessa e i trasportatori del glucosio GLUT4 insulina-dipendenti.

Diciamo questo perché è "dimostrato scientificamente" che il momento migliore della giornata per assumere alti carichi glicemici ed indici glicemici elevati è la mattina; quindi, a colazione. Questo lo si deve a una maggior capacità metabolica, ovvero a una maggior sensibilità dei tessuti.

Oggi sappiamo tuttavia che ciò è vero solo in parte. I ritmi circadiano mutano assieme alle nostre abitudini, altrimenti qualunque turnista sarebbe condannato alla nervosi. Ergo: se ci abituassimo a mangiare carboidrati prima di andare a dormire, di lì a poco l'organismo di adatterebbe di conseguenza.

Sull'uso dei carboidrati ha un peso decisamente superiore il livello di attività motoria, sia precedente che successivo. Oltre al mero consumo energetico, lo sport contribuisce infatti (con più di un meccanismo) a migliorare la gestione del glucosio metabolico.

Per questo, il momento migliore di assumere carboidrati è poco prima, durante e subito dopo l'allenamento. Se ne mangiamo a colazione, poco importa – dopo tutto, la colazione occupa solo il 15% delle calorie totali. L'importante è che la "grossa fetta" si conservi per il workout.

Detto questo, la colazione può essere dolce o salata, sia per il sedentario che per lo sportivo.

Di seguito le analizzeremo con più attenzione, cercando di capire quali possano essere gli aspetti positivi e negativi di entrambe, soprattutto nel contesto di chi pratica sport.


Colazione Dolce VS Salata

Per lo sportivo, meglio colazione dolce o salata?

Come al solito, dipende.

Non è il gusto a fare la differenza, ma la composizione nutrizionale totale.

Carboidrati, indice glicemico e carico glicemico

Alcuni pensano erroneamente che le colazioni dolci abbiano un carico (CG) e/o un indice (IG) glicemico superiori rispetto quelle salate. Non è detto.

È vero che i carboidrati solubili hanno un maggior potere dolcificante rispetto ai non solubili come l'amido, e che alcuni di questi, se presi in purezza, hanno un alto IG. Tuttavia, questo parametro non è correlato al sapore dolce; basti pensare che il fruttosio, lo zucchero semplice più dolce di tutti, ha un I.G. molto inferiore al glucosio, che invece detiene il record.

Facciamo anche l'esempio dei dolcificanti di sintesi (aspartame, estratto di stevia ecc.), che hanno un potere dolcificante elevatissimo, ma non incidono sulla glicemia.

A proposito del CG, una colazione può essere salata ma apportare la stessa quantità di glucidi rispetto a una dolce. 50 g di riso bianco crudo contengono la stessa quantità di carboidrati di 35 g di miele; il primo apporta amido, mentre il secondo fruttosio, saccarosio e glucosio.


Proteine ad alto valore biologico

È raro (ma non impossibile) che – a parità di calorie – una colazione dolce composta da alimenti "grezzi" (non lavorati) fornisca le stesse proteine invece ottenibili da un pasto salato. Fa eccezione, ovviamente, l'uso di polveri proteiche, ricette dietetiche, alimenti parzialmente lavorati ecc.

100 g di petto di tacchino apportano 24 g di proteine ad alto valore biologico e pressappoco 100 kcal. Per ottenere un profilo simile dovremmo assumere 220-230 g di yogurt greco allo 0% di grassi, dolcificato artificialmente. Non mi vengono in mente alternative simili che non richiedano l'impiego di farina o edulcoranti come zucchero, miele o sciroppo d'acero (pancake proteici ecc.).


Grassi buoni e cattivi

A fare la differenza invece, sia nella colazione dolce che in quella salata, sono i grassi.

Questi possono abbondare nell'una tanto quanto nell'altra, e associarsi a cospicui livelli di colesterolo.

Per le colazioni dolci pensiamo ai biscotti frollini, alle brioche – in particolare artigianali – alle merendine, alle farciture a base di creme (al burro, alle nocciole ecc.).

Per le colazioni salate pensiamo alle uova fritte con bacon tipiche degli USA, ma anche ai wurstel, alle salsicce ecc.

La grande verità è che, scegliendo i cibi giusti, è possibile ridurre al minimo la percentuale di grassi sia nella colazione dolce che salata, prediligendo quelli a buon impatto metabolico rispetto a quelli "cattivi".

Nella colazione dolce, sono da evitare tutti gli snack, i prodotti da forno confezionati e non. Meglio invece prediligere cereali secchi senza altri ingredienti aggiunti, o al limite con pochi semi oleosi. In alternativa del pane magro integrale, da arricchire con poca marmellata o miele. Si possono contemplare torte casalinghe a ridottissimo contenuto lipidico, o addirittura assente, oppure pancake ugualmente concepiti. Sono contemplati il latte, animale o alternativa vegetale, tè o tisane, spremute e centrifugati – meglio non zuccherati.

Nella colazione salata, il discorso è analogo. Vanno selezionati ingredienti tendenzialmente magri, ma a tal proposito sorge un problema. La maggior parte dei cibi proteici animali di rapido consumo sono conservati, come salumi, formaggio e pesce in scatola; fanno eccezione le uova. I prodotti confezionati sono spesso ricchi di sodio e alcuni di essi contengono additivi.

Normalmente non ci sarebbe motivo di temere un consumo eccessivo di conservanti; ma è anche vero che, chi ha un ritmo frenetico già dal mattino, è solitamente indotto a "bruciare le tappe" anche per il resto della giornata. Il risultato sarebbe un aumento significativo dei cibi salati a secco (che spesso contengono nitriti) o in salamoia.


Conclusioni

In conclusione, la colazione è un pasto molto importante per lo sportivo e può risultare utilissima alla ripartizione corretta dell'energia nella giornata.

Diverso è per chi si sottopone a una dieta dimagrante, per il quale la colazione assume un ruolo diverso a seconda delle abitudini e delle attitudini personali.

Il gusto della colazione poi, dolce o salato, non è un elemento discriminante. Inoltre, sia a prevalenza di carboidrati che di proteine, può essere facilmente contestualizzato in qualsiasi regime alimentare.

Fa la differenza, come sempre, la scelta della qualità alimentare. Meglio ridurre l'entità dei cibi grassi, confezionati o lavorati, sia dolci che salati, per godere di una minor frazione lipidica, per abbassare il livello di sodio e di conservanti nella dieta.



Prof. Enrico Olivieri

  • 👉Personal Trainer

  • 👉Preparatore Atletico

  • 👉Chinesiologo

  • 👉Fitness Manager

  • 👉Fitness Expert

  • 👉Fitness Presenter

  • 👉Ideatore STRIKEFIT.IT

  • 👉Co-Ideatore RUNPIU.IT

  • 👉Laurea con LODE Scienze Motorie



Gli addominali sono sicuramente fra i muscoli più allenati in assoluto. Per ottenere un six pack, ossia il cosiddetto "addome a tartaruga", diviso in sei quadranti scolpiti, però, non basta fare degli esercizi qualsiasi. Occorre eseguire specifici movimenti e seguire una dieta corretta. In genere, gli uomini hanno bisogno di una percentuale di grasso corporeo inferiore al 10-14 percento per vedere la definizione nei loro addominali, mentre le donne hanno bisogno di circa il 15-19 percento.


Six pack, i benefici

In generale, quando le persone parlano di addominali scolpiti, si riferiscono alla possibilità di vedere i singoli dossi del muscolo retto dell'addome. Questo muscolo addominale ricorda un'asse per bucato vecchio stile. Il muscolo retto dell'addome va dall'osso pubico allo sterno, al centro del petto. La funzione principale di questo muscolo è flettere il tronco e stabilizzare la colonna vertebrale. Oltre a essere esteticamente gradevole, un muscolo addominale scolpito può anche aiutare a ridurre il rischio di lesioni. Con un six pack scolpito miglioreranno anche la prestazione atletica, l'equilibrio e la postura.


L'allenamento consigliato

Oltre a rimanere relativamente in forma, per ottenere un six pack è necessario seguire un programma di allenamento addominale coerente e un regolare esercizio cardio. Ecco sei esercizi molto indicati per allenare il muscolo retto dell'addome.

Tuttavia, non bisogna necessariamente limitarsi a eseguire solo questi esercizi. L'aggiunta di variazioni agli allenamenti può aiutare a mantenere la routine fresca e interessante e anche a far lavorare altri muscoli oltre agli addominali.


CRUNCH

Il crunch tradizionale è forse l'esercizio must per lo sviluppo del retto addominale.


In questa esecuzione, gli addominali devono lavorare per portare la punta dello sterno verso le ginocchia, e resistere durante il movimento verso il basso necessario per riportare la schiena sul pavimento. E' fondamentale capire che non si tratta di un sit-up, quindi è sufficiente che i muscoli addominali entrino in contrazione facendo sollevare solo le spalle da terra, mentre la bassa schiena rimarrà pressoché immobile.

Rallentare l'esercizio è un modo semplice per renderlo più difficile.


Esecuzione

Sdraiarsi su un tappetino o un'altra superficie morbida con i piedi appoggiati a terra e le ginocchia piegate a circa 90 gradi. Appoggiare le mani con i palmi verso il basso lungo i fianchi per bilanciare.

Contrarre gli addominali ed espirare mentre si sollevano le spalle verso le ginocchia. Cercare di tenere sempre le ginocchia a circa 90 gradi durante il movimento.

Interrompere il crunch quando la schiena inizia a sollevarsi da terra;

Fermarsi un attimo e tornare alla posizione di partenza.

Provare a fare da 2 a 3 serie da 10 a 20 ripetizioni.


PLANK SUI GOMITI

Il plank è un ottimo esercizio isometrico per rinforzare i muscoli del retto addominale. Questo esercizio dev'essere tuttavia eseguito con cura; ad un principiante potrebbe infatti sembrare semplice, ma la differenza tra un'esecuzione corretta e una sbagliata fa la differenza.


Esecuzione

Sdraiarsi in posizione prona, sul pavimento;

Appoggiandosi sugli avambracci davanti e sulla punta dei piedi dietro, sollevare e abdurre (allargare) le scapole, e mettere in contrazione l'addome e i flessori delle cosce fino a sospendere il corpo rispetto al suolo - l'omero formerà un angolo di 90° sia con la spalla, sia con il pavimento;

Pur essendo "grosso modo" in parallelo rispetto al pavimento, l'impressione dev'essere che la schiena formi una leggera "gobba"; ciò è dovuto all'azione di contrazione addominale che avvicina la punta dello sterno e il bacino tra loro;

Mantenere la posizione pur continuando a respirare.

Fare da 2 a 3 serie con un tempo di contrazione pari a 20-40''….e per i pù allenati 1 minuto.


TOCCA I PIEDI

Questo esercizio è simile a un tradizionale crunch, tranne per il fatto che gli addominali devono lavorare anche per mantenere le gambe in aria. Si può eseguire questo esercizio anche su una panca o su una superficie morbida.


Esecuzione

Sdraiarsi su una panca piana o su un'altra superficie morbida con le braccia e le gambe in alto, dritte e verticali.

Alzare la parte superiore del busto contraendo gli addominali e raggiungendo le dita dei piedi.

Quando le mani raggiungono le dita dei piedi, o comunque si avvicinano il più possibile, fermarsi un momento e tornare alla posizione di partenza. Ripetere.

Evita la tentazione di portare il collo in avanti. Cerca invece di mantenere il collo neutro durante il movimento.

Fare 2 o 3 serie da 10 a 20 ripetizioni.


CRUNCH INVERSO

Il crunch inverso è una variante del crunch tradizionale. Durante questo esercizio, gli addominali devono lavorare per portare le ginocchia al petto e resistere durante il movimento verso il basso necessario per riportare i piedi sul pavimento. Rallentare l'esercizio è un modo semplice per renderlo più difficile.


Esecuzione

Sdraiarsi su un tappetino o un'altra superficie morbida con i piedi appoggiati a terra e le ginocchia piegate a circa 90 gradi. Appoggiare le mani con i palmi verso il basso lungo i fianchi per bilanciare.

Contrarre gli addominali ed espirare mentre si sollevano le ginocchia verso il petto. Cercare di tenere le ginocchia a circa 90 gradi durante il movimento.

Interrompere il crunch quando i fianchi si sollevano da terra ma la parte centrale della schiena è ancora a contatto con il tappeto.

Fermarsi un attimo e tornare alla posizione di partenza.

Provare a fare da 2 a 3 serie da 10 a 20 ripetizioni.


BICICLETTA

La bicicletta è uno degli esercizi migliori per allenare sia il muscolo retto dell'addome sia gli obliqui, i muscoli ai lati del core. Più si tengono i talloni sul pavimento, più difficile diventa l'esercizio.


Esecuzione

Sdraiarsi su un tappetino o un'altra superficie morbida con le mani dietro la testa e le ginocchia piegate a 90 gradi, sopra i fianchi.

Sollevare le spalle dal pavimento e ruotare uno dei gomiti verso il ginocchio opposto mentre si estende l'altra gamba di circa 45 gradi.

Cambiare la posizione delle gambe continuando a ruotare il gomito opposto al ginocchio piegato. Cercare di non portare il ginocchio piegato oltre i fianchi fino al petto. Va bene anche se il gomito non tocca il ginocchio.

Provare a fare 2 o 3 serie da 10 a 20 ripetizioni per lato.


ROTAZIONI RUSSE

Il movimento di torsione di questo esercizio è ottimo per scolpire i muscoli obliqui su entrambi i lati del core. È possibile rendere l'esercizio più impegnativo tenendo un peso o qualche altro oggetto pesante.


Esecuzione

Sedersi su un tappetino o un'altra superficie morbida con i piedi sollevati da terra e inclinare la schiena all'indietro per mantenere l'equilibrio.

Incrociare le mani sul petto e ruotare verso destra il più comodamente possibile.

Fermarsi un attimo e passare dall'altra parte.

Se durante l'esecuzione di questo esercizio si sentono principalmente i flessori dell'anca, provare a ripeterlo con i piedi sul pavimento anziché sollevati da terra.

Cercare di fare 2 o 3 serie da 10 a 20 ripetizioni per lato.



Prof. Enrico Olivieri

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I disturbi del sonno sono spesso sottovalutati, eppure rappresentano una problematica molto diffusa. Chi ne soffre, in genere, adotta tutta una serie di strategie per tenerli sotto controllo. Fra queste, una delle meno diffuse è rappresentata dallo stretching. Eppure, si tratta di esercizi che possono risultare molto preziosi: infatti, aiutano ad addormentarsi più velocemente e migliorano la qualità del sonno.


I benefici dello stretching

Gli esercizi di stretching e meditativi, come quelli tipici dello yoga e del tai chi, comportano un miglioramento della qualità del sonno che, a sua volta, si traduce in un miglioramento della qualità della vita. Ma per quali ragioni lo stretching ha questi effetti benefici sul sonno? Probabilmente per un insieme di motivazioni. Innanzitutto, aiuta a focalizzare la propria attenzione sul respiro e sul corpo invece che sui fattori di stress della giornata. Questa maggiore consapevolezza corporea aiuta a sviluppare una consapevolezza più generale, che è stata riconosciuta come uno dei fattori che favoriscono un sonno migliore. In secondo luogo, lo stretching offre potenziali benefici fisici, aiutando ad alleviare la tensione muscolare e a prevenire eventuali crampi che possono disturbare il sonno.


Lo stretching può anche essere utile per migliorare le rigidità alle ginocchia e andrebbe fatto subito dopo l'allenamento. Ma esistono altre azioni da compiere dopo essersi allenati.

I movimenti da compiere ogni giorno

È importante, però, non esagerare: se uno stretching moderato e mirato può aiutare a vincere l'insonnia, fare un grande allenamento prima di andare a letto può avere l'effetto opposto. Ecco cinque esercizi di stretching da aggiungere alla propria routine notturna per avere nottate più serene.


Ecco i 5 esercizi per DORMIRE BENE:


1. ABBRACCIO DELL’ORSO

Questo allungamento lavora sui romboidi e sui muscoli trapezi della parte superiore della schiena. Aiuta ad alleviare eventuali fastidi o dolori alle scapole.


Esecuzione

In posizione eretta. Inspirare e aprire le braccia. Espirare e incrociare le braccia, abbracciandosi. Respirare profondamente mentre si preme con le mani sulle scapole, per cercare di portare le spalle in avanti. Mantenere questa posizione per 20/40 secondi. Per rilasciare, inspirare e aprire le braccia all'indietro. Espirare e ripetere con il braccio sinistro in alto.


2. ALLUNGAMENTO DEL COLLO

Questi allungamenti aiuteranno ad alleviare la tensione nella testa, nel collo e nelle spalle. Cercare di concentrarsi sul mantenimento di una buona postura quando si eseguono queste operazioni.


Esecuzione

Sedersi su una sedia comoda. Portare la mano destra in cima alla testa o all'orecchio sinistro. Portare delicatamente l'orecchio destro verso la spalla destra, mantenendo questa posizione per cinque respiri. Ripetere sul lato opposto.

Poi girarsi per guardare oltre la spalla destra, mantenendo il resto del corpo rivolto in avanti. Mantenere questa posizione per cinque respiri. Ripetere sul lato opposto.

Abbassare il mento al petto, tenendolo lì per cinque respiri.

Ritornare in una posizione neutra e lasciare che la testa ricada delicatamente all'indietro per cinque respiri.


3. ALLUNGAMENTO LATERLE IN GINOCCHIO

Questo allungamento aiuta a sciogliere i muscoli della schiena, alleviando il dolore e il disagio.


Esecuzione

Mettersi in ginocchio davanti a una sedia, un divano o un tavolino, se si vuole sistemando una coperta o un cuscino sotto le ginocchia, per una maggiore comodità. Controllare che le ginocchia siano direttamente sotto i fianchi. Allungare la colonna vertebrale, tenendo le mani in appoggio sulla superficie scelta, mentre spingete lateralmente il bacino alternando fianco destro e sinistro. Mantenere per 20/40 secondi la spinta laterale del bacino. Ripetere da una a tre volte.


4. POSIZIONE DEL BAMBINO

È un allungamento a riposo, perfetto per sintonizzarsi sul proprio respiro, rilassare il corpo e ridurre lo stress. Aiuta anche ad alleviare il dolore e la tensione alla schiena, alle spalle e al collo.


Esecuzione

Mettersi in ginocchio, seduti sui talloni. Fare cerniera sui fianchi per piegarsi in avanti e appoggiare la fronte sul pavimento (se possibile o mantenere la massima chiusura del tronco sulle coscie). Allungare le braccia davanti a sé con palmo a terra o avvicinare le braccia al corpo con dorso delle mani a terra. Si può usare un cuscino o un cuscino sotto le cosce o la fronte per un supporto extra. Inspirare profondamente mentre si mantiene la posizione, portando l'attenzione su qualsiasi area di disagio o tensione nella schiena. Mantenere questa posizione per un massimo di 5 minuti. Si può entrare in questa posizione anche tra un esercizio di stretching e l'altro per dare riposo al corpo.


5. AFFONDO BASSO

Questo affondo allunga i fianchi, le cosce e l'inguine. Aprire il petto aiuta ad alleviare la tensione e il dolore in quest'area, così come a livello di schiena e spalle. Cercare di rimanere rilassati quando si esegue questa posa e di non sforzarsi troppo.


Esecuzione

Entrare in un affondo basso con il piede destro sotto il ginocchio destro e la gamba sinistra distesa all'indietro, mantenendo il ginocchio sul pavimento. Portare le mani sul pavimento sotto le spalle, sulle ginocchia o verso il soffitto. Respirare profondamente, concentrandosi sull'allungamento della colonna vertebrale e sull'apertura del petto. Sentire la linea di energia che si estende attraverso la sommità della testa. Mantenere questa posizione per cinque respiri. Ripetere sul lato opposto.



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