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Aggiornamento: 3 mag 2024


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  1. Senza fatica non c’è divertimento. Per molti runner è così. Gli allenamenti di qualità saranno anche impegnativi ma si fanno sempre volentieri perché non sono ripetitivi, permettono di giocare con la velocità, di spingere e andare un po’ oltre e, come se non bastasse, ti fanno migliorare. Uno di questi allenamenti è il fartlek.

  2. L’allenamento fartlek è una metodica di allenamento cardiovascolare che vede la luce in Svezia, nella prima metà del secolo scorso. Il termine fartlek, infatti, è in lingua svedese e può essere tradotto come gioco di velocità. Il suo inventore, Gösta Holmer, era evidentemente una persona molto innovativa perché rispetto ai training di corsa classici – come ripetute e interval training – aggiunge con il fartlek una nuova componente agli allenamenti: la casualità.

  3. La differenza sostanziale rispetto alle altre tipologie di allenamento simili è proprio la casualità con cui eseguire i cambi di ritmo, anche sfruttando la morfologia del terreno, le salite e le discese. In questo modo l’atleta mette sotto sforzo alternativamente sia il sistema aerobico che quello anaerobico, seguendo lo stesso principio dell’allenamento ad intervalli. Il fartlek punta sulla varietà – senza vincoli di tempo o distanza – in cui il runner deve solo fare attenzione a non eccedere con la frequenza cardiaca, che deve essere compresa tra il 60 e l’80% rispetto la FC massima.

  4. Nonostante si parli di fartlek principalmente in ambito running, esso può essere svolto anche facendo altre discipline sportive, come il ciclismo o un allenamento cardio in palestra.


Fartlek, variazioni di ritmo, ripetute… cosa cambia?

  1. Il concetto su cui si basano queste tre metodologie di allenamento è lo stesso: ridurre e incrementare l’intensità dello sforzo per migliorare le prestazioni aerobiche e anaerobiche. Le differenze però sono nella forma con cui vengono svolti i cambi di ritmo, nelle pause di recupero e nell'intensità. Proviamo a fare chiarezza:

Ripetute

  1. Quello delle ripetute nella corsa è un allenamento ad intervalli che consiste nell'alternare una sezione di corsa ad una velocità precisa e costante ad una di riposo passivo, in cui l’atleta può anche camminare o addirittura fermarsi. Grazie a questo metodo è possibile aumentare la durata totale della sessione di allenamento e raggiungere livelli maggiori di intensità.

Variazioni di ritmo

  1. Come le ripetute, si tratta di un interval training in cui si alternano una sezione di corsa ad alta intensità e una, sempre di corsa, a intensità più bassa. Il runner, quindi, non si ferma mai ed esegue un riposo attivo.

Fartlek

  1. Come detto, i cambi di intensità sono casuali e non seguono le logiche di velocità o distanza. Solitamente viene definito un range, un indicazione, di come comportarsi con i cambi di ritmo ma il runner è libero di alternare uno sforzo ad alta intensità ad una camminata, una corsa in salita a una a bassa intensità, scatti, camminata veloce e così via.

Quando utilizzare il fartlek

  1. E’ chiaro quindi che, oltre ai benefici al sistema cardiovascolare, il fartlek permette all’atleta di eseguire un allenamento fuori dagli schemi rigidi ed estremamente precisi che richiedono le altre tecniche di interval training.

  2. Allenarsi con costanza è difficile. Trovare le motivazioni per uscire alle 6 di mattina, quando fa freddo, piove, è ghiacciato per terra non è facile. E se l’allenamento consiste anche in noiose ripetute… a volte è quasi impossibile! La libertà che concede il fartlek può diventare così una valida leva motivazionale e può giocare un ruolo importante nel ristabilire un equilibrio psicologico nel rapporto con la disciplina della corsa che, a lungo andare, può risultare ripetitiva e noiosa.

Prof. Enrico Olivieri

  • 👉Personal Trainer

  • 👉Preparatore Atletico

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Vorresti migliorare la tua tecnica di corsa? Allora non concentrarti solo su resistenza e rafforzamento delle gambe. Un core stabile contribuirà a ottenere il massimo. Molti runner sottostimano il beneficio di avere addominali e dorsali forti per correre meglio.


PERCHÉ L’ALLENAMENTO DELLA FORZA È IMPORTANTE PER I RUNNER?


1. OTTIMIZZA LA TUA TECNICA DI CORSA

Quando corri, il tuo peso si sposta costantemente da una gamba all'altra. Il tuo corpo lavora intensamente per stabilizzare la zona pelvica e il busto. Addominali e dorsali sono particolarmente importanti per darti stabilità mentre corri. Se la parte alta del corpo non è stabile e forte si compiono dei movimenti inutili, che rallentano le performance diminuendo l’efficienza dei passi e della corsa in generale.

È essenziale che la parte superiore del corpo sia stabile per assorbire il contraccolpo e sviluppare una tecnica di corsa efficiente.


2. RIDUCE IL RISCHIO DI INFORTUNI

Molti runner lamentano dolori alla schiena, dopo la corsa. Questo spesso è il risultato di muscoli dorsali deboli.

Quando corri il tuo corpo è soggetto a forze fino a tre o quattro volte maggiori rispetto al tuo peso corporeo. Con il tempo, questi piccoli impatti causano una perdita di fluido tra i dischi intervertebrali, che di conseguenza si restringono. Quando questo succede, diminuisce anche la capacità del corpo di assorbire gli shock derivati dalla corsa. Non preoccuparti, quando si dorme, la dimensione dei dischi torna alla normalità così come la quantità di fluido.

Più forti sono i muscoli del core, meglio potranno aiutarti a mantenere stabile la colonna vertebrale e diminuire il rischio di infortuni.


FAI QUESTI 6 ESERCIZI

· Esegui 3 serie da 8-12 ripetizioni. Riposa per 60 secondi tra una serie e l’altra.

· Esegui questi esercizi due volte alla settimana – con una pausa di almeno 48 ore tra una sessione e l’altra.

Consiglio per l’allenamento:

Assicurati di iniziare con un riscaldamento delle articolazioni di 15 minuti.


1. AFFONDO E TORSIONE (LUNGE E TWIST)


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Posizione iniziale: In piedi con le gambe leggermente divaricate, addome contratto e schiena dritta. Apri le braccia lateralmente con i palmi rivolti verso l’alto all'altezza delle spalle.

Come eseguire l’esercizio: Fai un passo in avanti con la gamba destra come ad eseguire un lunge e ruota il torso verso sinistra e mantieni la posizione per 2 secondi. (Nota: le tue spalle si stanno avvicinando alle orecchie? Cerca di tenerle basse). Riporta il torso al centro e cambia lato.


2. SIDE PLANK LATERALE + ELEVAZIONE GAMBA E SWING (LOW SIDE PLANK + LEG LIFT E SWING)


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Posizione iniziale: Inizia in posizione di low side plank assicurandoti che l’addome sia contratto, così come i glutei e le gambe. Stabilizzare il bacino.

Idealmente, spalle, fianchi e gambe devono formare un’unica linea. Appoggia la mano libera sul fianco.

Come eseguire l’esercizio: Solleva la gamba e tieni sempre l’addome contratto durante l’esercizio. Mantieni sempre il bacino dritto e muovi la gamba avanti e indietro. L’esercizio è più efficace se eseguito in modo controllato e se si mantiene la posizione per almeno 2 secondi. Ritorna poi alla posizione iniziale e cambia lato.


3. PONTE A TERRA CON MARCIA (MARCHING BRIDGE)


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Posizione iniziale: Schiena a terra e addominali contratti cercando di aderire completamente al suolo senza formare un arco con la schiena. Piega le ginocchia fino a formare un angolo di 90 gradi appoggiando i piedi a terra e tenendo le mani vicino ai fianchi con i palmi rivolti verso terra.

Come eseguire l’esercizio: Premi sui talloni e solleva i fianchi tenendo sempre i glutei contratti. Spalle, bacino e ginocchia devono formare un’unica linea. Solleva le gambe mantenendo sempre l’angolo di 90 gradi e la posizione per 2 secondi. I piedi dovrebbero essere flessi e dovresti controllare il movimento quando stai riportando il piede al suolo, e poi cambiare lato.


4. ESTENSIONE GAMBA E BRACCIO OPPOSTI (QUADRUPED LIMB RAISES)


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Posizione iniziale: A terra sulle ginocchia con le mani a terra, alla stessa ampiezza delle spalle. Posiziona le ginocchia direttamente sotto le anche. Assicurati di avere l’addome contratto e di non formare un arco con la schiena.

Come eseguire l’esercizio:

Distendi il braccio sinistro in avanti e la gamba destra indietro allungando tutti i muscoli che vanno dal dito della mano sinistra fino al tallone della gamba destra. Tieni il piede flesso mentre esegui il movimento e mantieni la posizione per 2 secondi per poi tornare alla posizione iniziale. Non dimenticare di cambiare lato.


5. TORSIONE DEL BUSTO E CRUNCH A CARPONI (QUADRUPED TRUNK ROTATION E CRUNCH)


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Posizione iniziale: A terra sulle ginocchia con le mani a terra, alla stessa ampiezza delle spalle. Posiziona le ginocchia direttamente sotto le anche. Mantieni la schiena dritta.

Come eseguire l’esercizio: Metti la mano destra dietro la testa e porta in avanti la gamba sinistra con il ginocchio sinistro che tocca il gomito destro. Poi ruota la parte superiore del corpo verso destra sollevando contemporaneamente la gamba sinistra lateralmente. Assicurati di formare sempre un angolo di 90 gradi con la gamba e che i fianchi siano paralleli al suolo. Mantieni la posizione per 2 secondi prima di tornare alla posizione iniziale e di cambiare lato.


6. HIGH PLANK E GINOCCHIO IN ALTO (HIGH PLANK KNEE-TO-ELBOW)


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Posizione iniziale: Inizia in posizione di high plank con le mani al suolo in direzione delle spalle. Piega leggermente i gomiti e contrai glutei e addome per mantenere la schiena dritta e i fianchi e le spalle in un’unica linea.

Come eseguire l’esercizio: Mantieni la posizione di high plank e porta il ginocchio destro all'esterno del gomito destro. Controlla il movimento e mantieni la posizione per 2 secondi sempre formando un’unica linea con fianchi e spalle. Tieni sempre i fianchi paralleli al suolo e glutei ben contratti. Ritorna alla posizione iniziale e cambia lato.

Prof. Enrico Olivieri

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Aggiornamento: 25 gen 2022


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Nello sport e nell'attività fisica in genere, l'alimentazione svolge un ruolo fondamentale; prima di cimentarsi in una sessione di allenamento, ad esempio in palestra, è necessario che l'organismo sia messo in condizioni di:

· Sopportare al meglio lo stimolo allenante più intenso possibile

· Recuperare in fretta tra una serie e l'altra

· Protrarre la performance per il tempo necessario

· Mantenere la glicemia costante per il corretto funzionamento cerebrale

· Non raggiungere mai livelli di depauperamento energetico ed idro-salino tali da richiedere un recupero muscolare eccessivamente lungo tra una sessione e l'altra

L'alimentazione prima dell'allenamento in palestra ha quindi la funzione di creare tutti i presupposti necessari al raggiungimento della prestazione ricercata; inoltre, al contrario di quanto si possa pensare, è anche implicata (seppur NON direttamente) nel potenziale di recupero post-allenamento. In parole povere, l'alimentazione è una componente essenziale che incide pesantemente sull'efficacia dello stimolo allenante. Per facilitare la comprensione di "cosa e quanto" mangiare prima dell'allenamento, suddivideremo i principi nutritivi dell'alimentazione in due categorie:

· nutrienti da garantire attraverso l'alimentazione giornaliera

· nutrienti da garantire attraverso l'alimentazione prima dell'allenamento in palestra.

NB. Introdurre alcuni alimenti negli altri pasti della giornata piuttosto che prima dell'allenamento NON significa che non siano fondamentali al soggetto che si allena, tutt'altro! Purtroppo, l'alimentazione dello sportivo deve anche tenere in considerazione i tempi di digestione e metabolizzazione, l'ipersensibilità (eventuale), la soggettività, l'orario dell'allenamento ecc., pertanto, non è sempre possibile "caricare" significativamente il pasto antecedente l'allenamento.


Alimentazione quotidiana

Nutrienti da garantire attraverso l'alimentazione giornaliera

Questo gruppo di molecole racchiude soprattutto i nutrienti volgarmente definiti "funzionali", ovvero, quelli che svolgono funzioni: strutturale, di bioregolazione, di precursione ecc. Prendendo in esame i macronutrienti, è possibile definire che: gli amminoacidi essenziali derivanti dalle proteine ad alto valore biologico (carne, pesce, uova, associazione di legumi e cereali ecc.) e gli acidi grassi essenziali omega3 ed omega6 contenuti negli oli (extravergine d'oliva, di soia, di lino, di pesce ecc.) devono essere garantiti SOPRATTUTTO dal bilancio nutrizionale giornaliero; essi rappresentano un substrato fondamentale a numerosissime funzioni metaboliche nonché al recupero muscolare dall'allenamento (anche detto supercompensazione). Pertanto, amminoacidi e grassi devono essere apportati nelle giuste quantità e ripartiti accuratamente nell'alimentazione giornaliera, al fine di garantire costantemente la loro disponibilità metabolica. Lo stesso vale per vitamine, oligoelementi, antiossidanti, fibra ed acqua.

L'apporto idrico, seppur necessiti di un'opportuna compensazione anche durante l'allenamento, non dev'essere trascurato durante tutto l'arco della giornata. L'idratazione corporea è essenziale al mantenimento dell'efficienza fisiologica complessiva, in particolar modo di quella renale; lo sportivo è un soggetto che si cimenta in attività e sforzi che spesso trascendono la comune predisposizione del corpo umano; pertanto, anche le reazioni (e le necessità) metaboliche sono differenti rispetto ad una persona sedentaria. Le modificazioni funzionali e strutturali dell'apparato respiratorio, circolatorio, scheletrico ecc. ne sono la prova lampante; tuttavia, questo adattamento avviene in risposta ad un insieme di stimoli che si ripercuotono sulla composizione del sangue. L'azotemia si impenna, i sistemi tampone vengono iperattivati, la produzione di corpi chetonici aumenta, le catecolamine modificano l'assetto ormonale complessivo ecc.; ma per consentire ai gas, ai nutrienti, ai mediatori ormonali e a tutte le altre sostanze disciolte nel sangue di raggiungere i vari distretti, il plasma ematico DEVE mantenere un certo volume, quindi una certa capacità di trasporto. Pertanto, un organismo idratato è prima di tutto un organismo che risponde correttamente agli stimoli e che recupera al meglio delle proprie possibilità; ma non è tutto! L'idratazione del sangue incide anche sul recupero post-esercizio; considerando che la funzione metabolica dei reni è la purificazione del sangue attraverso la filtrazione, e che in caso di disidratazione si attiva un processo di risparmio del plasma grazie al quale essi diminuiscono il proprio lavoro, è ovvio che la rapidità di eliminazione dei cataboliti tossici (responsabili dell'affaticamento sistemico post esercizio) sia quasi direttamente proporzionale al volume del sangue (volemia).

Generalmente, per garantire l'apporto di vitamine ed antiossidanti è sufficiente fare attenzione alla QUALITA' dei cibi che si consumano nell'arco della giornata, in quanto (dando per scontato un regime alimentare bilanciato) il loro apporto aumenta proporzionalmente all'aumentare delle calorie. Al contrario, per i minerali (soprattutto potassio [K] e magnesio [Mg]) è fondamentale valutare accuratamente il livello della sudorazione complessiva; se lo sportivo suda in maniera determinante, è fondamentale valutare assieme ad un professionista la possibilità di integrarne l'apporto giornaliero di sali minerali mediante l'utilizzo di semplici prodotti da banco.


Alimentazione Prima dell'Allenamento

Nutrienti da garantire attraverso l'alimentazione prima dell'allenamento

L'alimentazione prima dell'allenamento in palestra deve essere fondamentalmente energetica perché, come già illustrato, le molecole utili al mantenimento omeostatico ed al recupero fisico post-esercizio vengono distribuite più o meno equamente nell'arco della giornata (salvo necessità di altro genere come il calo ponderale); lo stesso non si può dire per gli atleti di fondo e mezzofondo, i quali necessiterebbero un pasto post-esercizio differente (molto più energetico) di quello consigliato dopo l'allenamento con i pesi (contenente una maggiore razione proteica). Partendo dal presupposto che quando si lavora con delle persone e non con dei numeri, tutte le raccomandazioni subordinano alla compliance (o tollerabilità) individuale, in linea di massima è possibile definire che:

il pasto prima dell'allenamento in palestra deve possedere caratteristiche di:

· Elevata digeribilità

· Elevata densità energetica (mai inferiore alle 250-300kcal)

· Prevalenza glucidica, possibilmente derivante da alimenti (e non integratori come le maltodestrine o il vitargo) caratterizzati da un medio o meglio basso indice glicemico

Inoltre, dovrebbe essere consumato ad una distanza temporale dall'allenamento che ne consenta sia la digestione che (eventualmente) la parziale metabolizzazione (fruttosio); entriamo più nel dettaglio. Gli alimenti a prevalenza glucidica sono soprattutto miele, cereali e derivati (frumento, orzo, segale, farro e miglio, quindi pasta, pane, gallette, polenta ecc.), patate, castagne, frutta (quasi tutta, ad eccezione dell'avocado o del cocco) e qualche ortaggio. La scelta tra l'uno o l'altro alimento dipende da: presenza di altri ingredienti (olio da condimento, tonno, salumi, formaggi magri ecc.), porzioni alimentari e fibra contenuta. La presenza di grassi e proteine contenuti in altri alimenti abbassa significativamente l'indice glicemico del pasto a causa del rallentamento digestivo; pertanto, un pasto misto non può essere consumato meno di 2:30-3:00h prima della sessione; lo stesso vale per le porzioni alimentari, ovvero, maggiore è la quantità del cibo, tanto più lungo sarà il tempo di digestione.

In merito alla fibra alimentare, essa può essere utilizzata (ad esempio inserendo ortaggi in un panino) per rallentare l'assorbimento degli zuccheri e prolungarne i tempi di assorbimento nell'eventualità che non si disponga di cibi a medio o basso indice glicemico; è comunque opportuno ricordare che: esagerando con l'apporto di fibra alimentare si potrebbero dilatare eccessivamente i tempi di attesa prima della sessione. In breve, l'alimentazione prima dell'allenamento in palestra deve innanzitutto garantire un sostegno energetico per:

· Risparmiare il glicogeno di riserva

· Mantenere buoni livelli glicemici fino all'inizio della seduta.

Ne deriva che la scelta alimentare deve prediligere soprattutto i cibi a buona densità energetica ma a medio o basso indice glicemico, in modo da non provocare un picco insulinico eccessivo che ridurrebbe velocemente la glicemia ed inciderebbe negativamente sullo stato di concentrazione mentale all'inizio dell'allenamento. E' possibile consumare alcuni frutti (mela, pera, arancio ecc.), che oltre ad essere facilmente digeribili, possiedono un indice glicemico sufficientemente basso, magari associandoli ad una piccola porzione di riso basmati, o a pasta integrale o ad un panino con peperoni grigliati o ad un altro frutto ad alto indice glicemico (banana matura) o a qualche galletta di mais/riso/frumento con miele/marmellata NON zuccherata ecc. L'associazione di un frutto poco calorico, ma contenete fibra alimentare, ad un altro alimento caratterizzato da un indice glicemico più elevato, consente di bilanciare l'assorbimento dei glucidi e di mantenere la glicemia abbastanza costante nel tempo (fino a 2:00h circa); lo stesso vale per alcuni ortaggi (carote, patate e peperoni privati della buccia) se accompagnati a del semplice pane bianco.

In alternativa, per le persone meno suscettibili, è possibile mangiare fino a 30' prima dell'allenamento; ovviamente, con una tempistica simile sarà indispensabile fare uso di carboidrati semplici (miele, banana, marmellata dolce, ecc.) o semicomplessi (pane magro BEN COTTO) ad elevato indice glicemico, al fine di ridurre drasticamente i tempi di assorbimento senza preoccuparsi del picco insulinico che verrà moderato automaticamente dall'innalzamento delle catecolamine durante l'allenamento.


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